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il re del mare 195

— Aspettate i miei ordini nel corridoio — disse Sandokan ai due marinai — e che gl’infermieri si tengano pronti.

Il medico aveva denudato interamente sir Moreland. Non aveva che una sola ferita, quella al fianco, ma era orribile.

Il proiettile che lo aveva colpito, qualche frammento di granata di certo, aveva lacerate le carni per una lunghezza di venti centimetri, scavando una specie di solco.

Il sangue scorreva a fiotti dalla laceratura, minacciando di dissanguare rapidamente il ferito.

— Che cosa ne dite, signor Held? — chiese Yanez, fissandolo come se avesse voluto indovinargli il pensiero.

— La ferita è più dolorosa che grave — rispose il medico. — Ha perduto molto sangue, però questo inglese è robusto.

— Non potreste garantirmi la sua guarigione?

— La vita di quest’uomo non corre alcun pericolo, ve l’assicuro.

Sandokan stette un momento silenzioso, guardando lo smorto viso dell’inglese, poi disse come parlando fra sè:

— Meglio così: quest’uomo potrebbe un giorno esserci utile.

Stava per uscire, quando un profondo sospiro, seguìto da un rauco gemito, sfuggì dalle labbra scolorite dell’inglese.

Il dottore aveva messe le mani sulla ferita per riunire le due labbra ed a quel contatto il comandante dell’incrociatore aveva trasalito, poi aveva aperto gli occhi.

Girò all’intorno uno sguardo semispento, arrestandolo prima sul dottore, poi su Yanez, che gli stava dall’altra parte del letto.

Le sue labbra si schiusero, poi mormorò con un filo di voce:

— Voi!...

— Non parlate, sir Moreland — disse il portoghese. — Il dottore ve lo proibisce.

Il comandante fece col capo un gesto negativo, poi raccogliendo tutte le sue forze, disse ancora e con voce più chiara quantunque spezzata:

— La... mia... spada... è rimasta... sulla... mia... nave.

— Non l’avrei accettata, signore — disse Sandokan. — Mi rincresce solo che sia affondata con la nave, perchè non posso restituirvela. Voi siete un valoroso ed io vi stimo.

Il giovane con uno sforzo supremo alzò la destra porgendola al suo avversario, il quale gliela strinse delicatamente.

— I miei... uomini? — chiese ancora sir Moreland, mentre una rapida commozione gli alterava il viso.