Pagina:Il Re del Mare.djvu/193


il re del mare 189

La nave si sfasciava sotto i colpi furiosi, mortali del Re del Mare.

— Basta! — gridò ad un tratto Yanez, che dalla torre di comando assisteva a quella strage. — Cessate il fuoco! Le scialuppe in mare!

Sandokan che guardava freddamente, terribilmente impassibile, si volse verso il portoghese, dicendogli:

— Che cosa comandi, fratello?

— Che il massacro cessi.

La Tigre della Malesia ebbe un momento di esitazione, poi rispose:

— Hai ragione: salviamo i superstiti. Quegli uomini sono dei valorosi, il loro comandante è un eroe. Mettete in acqua le scialuppe!



IV.


Sir Moreland.


L’agonia dell’incrociatore, agonia terribile e spaventevole, era cominciata.

Il mostro fumante esauriva vanamente le sue ultime forze tentando ancora, con gli ultimi tiri delle sue artiglierie, di colpire a morte il suo formidabile avversario che lo aveva vinto.

Quella splendida nave, che rappresentava forse l’unità più forte della squadra del rajah di Sarawack, non era più che un ammasso di rovine, che le fiamme ormai a poco poco divoravano, mentre l’acqua lo invadeva per trascinarlo nei profondi abissi del mare.

I suoi fianchi, squarciati dalle granate e dagli obici perforanti della poderosa nave americana, parevano un crivello; le sue murate ed i suoi alberi non vi erano più; le sue batterie non offrivano più alcun rifugio agli ultimi superstiti.

Vampe gigantesche irrompevano furiosamente attraverso i boccaporti spalancati e gli squarci della coperta, con cupi fragori, allungandosi smisuratamente e lanciando in aria nembi di scintille e nuvoloni di fumo, i quali formavano al di sopra della nave come un immenso ombrello.

L’incrociatore affondava lentamente, cappeggiando; nondimeno i suoi artiglieri non cessavano di sparare con gli ultimi pezzi