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il re del mare 175

— Capitano — disse, — che cosa decidete dunque?

— Il governatore di Kohong può aver ragione — rispose sir Moreland, dopo un altro breve silenzio. — I prigionieri potrebbero essermi d’imbarazzo a bordo della mia nave e poi non si sa mai come finisce una battaglia, specialmente quando vi sono di mezzo quei terribili pirati. Ho fiducia intera nella robustezza del mio vascello e nel valore dei miei uomini, scelti con cura, e anche nella potenza dei miei cannoni che sono dei più moderni; ma non conosco le forze dei nostri avversari e potrei avere la peggio. Voi credete che essi sappiano dove si trova il mio Sambas?

— È il nome della vostra nave?

— Sì — rispose il capitano.

— A Kohong si crede che la Tigre della Malesia e Yanez sappiano dove si trova ancorata e non si dubita che da un momento all’altro vi assalgano.

— Allora affiderò a voi i due prigionieri; ma rispondete della loro salvezza?

— Io seguirò la costa passando dietro le scogliere. L’acqua non è abbondante in quei canali interni e la nave dei pirati della Malesia non potrebbe seguirmi. Io rispondo pienamente di loro, capitano.

— È meglio che approfittiate delle tenebre.

— È quello che volevo proporvi, sir Moreland — disse Yanez, che frenava a grande stento la gioia interna.

— Quanti uomini avete?

— Dieci qui e due nella rada.

— Vi servirete della barcaccia a vapore, così all’alba potrete giungere a Kohong.

— E voi, capitano?

— Io uscirò in mare ed andrò a cercare la Tigre della Malesia. Anelo di misurarmi con quell’uomo.

— Lo odiate?

— È un pirata che è tempo di domare — si limitò a rispondere il capitano. — Seguitemi.

Riaprì la porta e rientrò nel salotto dove si trovavano ancora Tremal-Naik e Darma.

— Preparatevi a partire — disse, guardando particolarmente la fanciulla.

— Dove volete tradurci, capitano? — chiese Tremal-Naik.