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I.
— Signor Yanez, vedo un lume brillare laggiù, entro quell’apertura.
— L’ho veduto, Sambigliong.
— Che vi sia un praho ancorato nella rada?
— Io credo invece che si tratti di una scialuppa a vapore, di quella che ha condotto qui Tremal-Naik e Darma.
— Che si vegli all’entrata della rada?
— È possibile, amico — rispose tranquillamente il portoghese, gettando via la sigaretta che stava fumando.
— Potremo passare inosservati?
— Chi vuoi che si aspetti un colpo di mano da parte nostra? Redjang è troppo lontana da Labuan e poi scommetterei che nemmeno a Sarawack sanno che noi siamo già giunti. Chissà se la nostra dichiarazione di guerra al Leopardo inglese e al nipote di James Brooke è giunta qui. E poi non siamo noi vestiti da sipai indostani? Forse che le truppe del rajah portano dei vestiti diversi dai nostri?
— Tuttavia, signor Yanez, preferirei che quella scialuppa o quel praho non si trovasse qui.
— Devono dormire della grossa a bordo, mio caro Sambigliong, e noi li sorprenderemo.
— Come! Assaliremo quei marinai? — chiese Sambigliong.
— Non amo lasciarmi alle spalle dei nemici che potrebbero molestarci nella ritirata. Ci sbarazzeremo il terreno senza che la Perla di Labuan venga in nostro aiuto e avvicinandosi alla costa urti contro qualche scogliera. Suppongo che non saranno in molti su quella scialuppa o praho che sia e noi siamo lesti di mano. Non fate uso delle armi da fuoco: solo i parangs ed i kriss devono lavorare. Mi avete capito?
— Sì, signor Yanez — risposero parecchie voci.
— Avanti adunque e silenzio.
Questa conversazione avveniva su una grossa scialuppa, ma-