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il re del mare 159

— Parlate — disse Sandokan. —

La nave non possiede che cinquecento tonnellate di carbone, provvista che, anche economizzata, non potrà durarvi più d’un mese. Servitevi più che potete delle vele, perchè, dopo la vostra dichiarazione di guerra, avrete chiusi i porti olandesi e del sultanato di Bruni che si manterranno indubbiamente neutrali e che si rifiuteranno di provvedervi.

— Avevo già pensato a questo — rispose Sandokan.

— Mandate quindi, prima che la guerra scoppi, la vostra Marianna a caricare carbone a Bruni e datele un appuntamento in qualche punto della baia di Sarawack onde la vostra nave non rimanga senza combustibile sul più bello della guerra. Il carbone per voi non sarà meno prezioso della polvere, ricordatevelo.

— In caso disperato andrò a saccheggiare i depositi che gl’Inglesi hanno su certe isole pel rifornimento delle loro squadre — rispose Sandokan.

— Ed ora, signori, buona fortuna — disse l’americano, stringendo energicamente le mani ai due antichi pirati di Mompracem.

Mise la lettera nel portafoglio e scese la scala.

Il suo equipaggio aveva preso posto nelle imbarcazioni che erano guidate da numerosi pirati.

La squadriglia prese subito il largo, dopo un altro più fragoroso urrà.

Mezz’ora dopo, le imbarcazioni, sbarcato l’equipaggio americano sulla spiaggia di Labuan, fecero ritorno.

La Marianna ed i prahos avevano sciolte le vele, pronti a salpare pel nord e raggiungere il porto amico di Ambong, con equipaggi ridotti, essendo la maggior parte dei loro marinai passati sull’incrociatore.

— Ed ora — disse Sandokan, quando ebbe dato gli ultimi ordini ai comandanti dei legni e che questi si misero in marcia — andiamo a liberare Tremal-Naik ed abbattere la potenza del rajah di Sarawack e dei suoi alleati e protetti.

Un momento dopo, il Re del Mare, come era stata ribattezzata la poderosa nave americana, si slanciava a tutto vapore verso il sud, per raggiungere la baia di Sarawack.