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il re del mare 155

— Canaglie! — esclamò Yanez, indignato. — Ci hanno considerati come fossimo ancora dei pirati!

— Peggio, come degli antropofagi — disse Sandokan, con voce fremente. — A mezzanotte i villaggi sorpresi erano in fiamme ed i loro abitanti massacrati con inaudita ferocia, mentre la squadra apriva un fuoco terribile contro le nostre trincee della piccola baia, distruggendomi buona parte dei prahos.

«Quantunque preso fra due fuochi, fra i pezzi delle navi e le batterie dei sipai, ho resistito disperatamente fino all’alba, respingendo più di quattordici attacchi; poi, quando vidi che ogni resistenza era inutile, mi sono imbarcato con gli avanzi delle mie bande ed a colpi di cannone mi sono aperto il passo fra gl’incrociatori e le cannoniere, riuscendo a fuggire in tempo.

— Ed ora che cosa intendi fare?

La Tigre della Malesia alzò la destra agitandola come se impugnasse qualche arma e si preparasse a vibrare un colpo mortale, poi, contraendo le labbra come la belva di cui portava il nome, disse con uno scoppio d’ira spaventevole:

— Che cosa penso di fare? Come vent’anni or sono ho fatto tremare Labuan, tornerò a spargere il terrore su tutte le sue coste. Dichiaro la guerra all’Inghilterra ed a Sarawack insieme.

— Od al figlio di Suyodhana?

Sandokan aveva fatto un soprassalto.

— Che cosa hai detto, Yanez? — gridò, guardandolo con profonda sorpresa.

— Che l’uomo che ha sollevati i dayachi del Kabatuan, che ha fatto muovere il governatore di Labuan e quello di Sarawack per cacciarci da Mompracem è il figlio della Tigre dell’India che tu hai uccisa a Delhi.

Sandokan era rimasto muto: pareva che quella inaspettata rivelazione lo avesse fulminato.

— Aveva un figlio, il capo degli strangolatori indiani? — esclamò finalmente.

— E molto abile e molto risoluto e deciso a vendicare la morte di suo padre — aggiunse Yanez. — Noi abbiamo perduta già la nostra isola, tutte le fattorie di Tremal-Naik sono state distrutte e quel caro amico e Darma si trovano in sua mano.

— Te li hanno rapiti! — gridò Sandokan.

— Dopo un combattimento terribile che sarebbe terminato con la morte di tutti, senza l’arrivo provvidenziale di questa nave.

Sandokan si era messo a girare pel salotto con gli scatti d’una