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il re del mare | 147 |
— Morto, portando nella tomba il segreto che più mi premeva! — esclamò coi denti stretti. — Come faremo noi a sapere dove quella scialuppa a vapore ha condotto Tremal-Naik, Darma ed i loro uomini? Maledizione! La stella che per tanti anni ci ha protetti, comincia a offuscarsi. Sarebbe il principio della fine?
— Non scoraggiatevi, signor Yanez — disse l’americano. — Non li avranno già mangiati, i vostri amici. Se non li hanno uccisi subito, vuoi dire che i rapitori avevano ricevuto l’ordine di tradurli in qualche luogo.
— E dove?
— Ecco il punto nero, per ora.
Yanez, che in quella disgraziata spedizione più volte aveva perduto la sua calma, si era messo a passeggiare per la cabina in preda ad una vivissima agitazione.
Che cosa fare? Che cosa risolvere? Dove dirigere le ricerche? Erano quelli i pensieri che turbavano la sua mente.
— Dove ci troviamo ora, signor Brien? — chiese ad un tratto fermandosi dinanzi all’americano.
— In vista delle coste di Labuan, signor de Gomera.
— Quando potremo giungere a Mompracem?
— Fra le dieci e le undici di notte.
— Fate mettere in acqua una scialuppa con viveri e armi per due uomini e accostate Labuan.
— Che cosa volete tentare, signor de Gomera?
— Mi è venuto un sospetto.
— E quale?
— La scialuppa a vapore si è diretta verso il sud, senza entrare nella baia di Kabatuan, che i miei prahos avevano già oltrepassata.
— Sicchè voi credete?
— Che abbia condotti Tremal-Naik, Darma ed i loro uomini a Labuan.
— E vorreste sbarcare un paio dei vostri malesi onde vadano ad informarsi?
— E raccoglierli più tardi.
— Due uomini bianchi avrebbero maggiori probabilità e ve ne sono a bordo di quelli che hanno fegato. Basta pagarli.
— Avranno ciò che chiederanno.
— Seguitemi, signor Yanez.
Quando salirono in coperta, le spiagge di Labuan erano perfettamente visibili, non distando che una dozzina di miglia.