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140 | emilio salgari |
— Ed a tiraggio forzato — rispose il portoghese. — È probabile che in questo momento Sandokan stia per misurarsi con gli Inglesi; e non ha che dei prahos.
— E voi, signor de Gomera, avete a vostra disposizione una nave da cacciare tutti a fondo. Pezzi da 36! Faranno saltare le cannoniere di Labuan come giocattoli.
Lasciarono il quadro e salirono in coperta. La nave filava a tutto vapore verso il sud-ovest, con una velocità assolutamente sconosciuta ai piroscafi di quell’epoca.
Quindici nodi e sei decimi all’ora! Chi avrebbe potuto gareggiare con quel piroscafo americano che filava come una rondine marina o poco meno? Yanez ne era entusiasmato.
— È un fulmine! — aveva detto a Harry Brien. — Con tale nave, nè gl’inglesi di Labuan, nè il rajah di Sarawack mi fanno paura. Sandokan, se volesse, potrebbe dichiarare la guerra anche all’Inghilterra!
Kammamuri in quel momento gli si appressò, dicendogli:
— Signor Yanez, la ferita del «pellegrino» non ha alcuna importanza. La vostra palla deve aver colpito prima qualche cosa di duro, probabilmente l’impugnatura del tarwar, che quell’uomo portava alla cintura e l’ha colpito solamente di rimbalzo, strisciando su di una costola.
— Dov’è?
— In una cabina di prua.
— Signor Brien, volete accompagnarmi?
— Sono con voi, signor de Gomera — rispose l’americano. — Cerchiamo di strappare il velo che nasconde quel misterioso personaggio.
Scesero nella corsìa di babordo a prua, ed entrarono in una stanzetta che serviva d’infermeria.
Il «pellegrino» giaceva su una branda, guardato da Sambigliong e da un marinaio della nave.
Era un uomo sui cinquant’anni: magrissimo, dalla pelle assai abbronzata, coi lineamenti fini come quelli degl’Indiani delle alte caste e gli occhi nerissimi, penetranti, animati da un fuoco sinistro. Aveva i piedi e le mani legate; e conservava un mutismo feroce.
— Capitano — disse Sambigliong a Yanez, — ho veduto or ora il petto di quest’uomo e vi ho scorto un tatuaggio rappresentante un serpente con una testa di donna.
— Ecco la prova che egli è veramente un thug indiano e non già un arabo maomettano — rispose Yanez.