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136 | emilio salgari |
Aveva voltata l’arma contro il «pellegrino» e stava per fracassargli il cranio, quando Yanez gli trattenne il braccio.
— È più prezioso vivo che morto — gli disse. — Non commettiamo la sciocchezza di finirlo. Sambigliong, prendi quest’uomo e portalo sul praho. Lesti; il giong affonda.
Il veliero continuava ad inclinarsi sul fianco squarciato, minacciando di rovesciarsi.
Yanez ed i suoi compagni saltarono sul praho, mentre una delle due scialuppe gettava un cavo per rimorchiarlo verso la nave, la quale si era arrestata a due gomene di distanza.
Tutto l’equipaggio, che era piuttosto numeroso, era salito sulle murate del vapore, seguendo con viva curiosità l’opera di salvataggio.
— Sono europei! — aveva esclamato Yanez, appena ebbe terminato di far legare il «pellegrino». — Che siano inglesi?
— Per lo meno parlano inglese — disse Kammamuri, che aveva udito un comando dato dall’ufficiale che guidava la scialuppa.
— Sarebbe comico che dovessimo la nostra salvezza a dei nemici non meno accaniti dei dayachi.
Poi, con un profondo sospiro, aggiunse:
— E Tremal-Naik? E Darma? Che cosa sarà accaduto di loro? Ah, mio Dio!
— La scialuppa a vapore è scomparsa verso il sud, signor Yanez.
— Non si è diretta verso la foce del Kabatuan? Sei proprio sicuro?
— Sicurissimo: non sono stati consegnati ai dayachi.
— Ma allora chi erano costoro? Dove li avranno condotti?
Una scossa lo interruppe. Il praho aveva urtato contro la piattaforma inferiore della scala che era stata subito abbassata.
Un uomo sui cinquant’anni, solidamente piantato, con una barbetta brizzolata tagliata a punta, che indossava una divisa di panno azzurro cupo con bottoni dorati ed un berretto con gallone, attendeva sulla piattaforma superiore.
Yanez per il primo balzò sui gradini e salì rapidamente, dicendo al comandante della nave, in inglese:
— Grazie, signore, del vostro aiuto. Ancora qualche minuto e la mia testa andava ad aumentare la collezione di quei terribili cacciatori di cranî.
— Sono ben felice, signore, di avervi salvato — rispose il comandante, tendendogli la destra e dandogli una stretta vigorosa.