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il re del mare | 135 |
montavano quella superba nave dovevano essersi accorti che sul praho vi era un uomo bianco, un uomo appartenente alla loro razza che correva un estremo pericolo e, senza chiedere spiegazioni, cannoneggiavano bravamente il grosso veliero, che era invece montato da selvaggi.
Sul ponte di comando si vedevano alcuni ufficiali fare dei gesti, come per rassicurare il portoghese.
Le doppie scialuppe, vedendo avanzarsi quel colosso di ferro, si erano affrettate a scappare verso l’isola, abbandonando il giong alla sua sorte, tanto più che non avevano più nemmeno l’appoggio della scialuppa a vapore, scomparsa già verso il sud con i prigionieri.
Il veliero, colpito già da tre obici, si era inclinato su di un fianco, imbarcando acqua per lo squarcio che doveva essere stato gravissimo. I suoi uomini, dopo avere scaricato i loro pezzi contro la nave, cominciavano a saltare in acqua per non venire attratti dal gorgo.
— Amici — gridò Yanez. — ai remi! Andiamo a cercare il «pellegrino»!
Mentre la nave a vapore metteva in acqua due scialuppe, montate da due dozzine d’uomini armati di carabine, i pirati di Mompracem, impadronitisi dei remi, spinsero il praho addosso al giong, il quale cominciava ad immergersi.
A bordo non erano rimasti che dei morti e qualche ferito. Tutti gli altri nuotavano disperatamente verso l’isola, dove erano già giunte le scialuppe doppie.
Yanez, Kammamuri e Sambigliong si issarono rapidamente a bordo del veliero, slanciandosi verso il cassero, dove supponevano si trovasse il «pellegrino».
Non si erano ingannati. Il loro misterioso ed implacabile avversario giaceva su di una vecchia vela, con i pugni stretti sul petto, comprimendosi la ferita prodotta probabilmente dalla palla della carabina di Yanez. Il miserabile non era morto, poichè, appena si vide presso di sè quei tre uomini, con uno scatto improvviso s’alzò sulle ginocchia e, strappatasi dalla cintura una pistola dalla canna lunghissima, tentò di far fuoco. Kammamuri, a rischio di ricevere la scarica in pieno petto, gli si era gettato prontamente addosso, strappandogli l’arma.
— Credevo tu fossi morto — disse il maharatto, — ma giacchè ti ritroviamo ancora vivo, ti ricacceremo all’inferno.