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128 emilio salgari

un lila; quello di Yanez invece non aveva che una vecchia spingarda collocata su di un cavalletto fissato sulla prora.

— Pessimi velieri — disse Sambigliong, dopo un rapido esame. — Sono vecchi quanto me.

— Non vi era di meglio, mio bravo tigrotto — rispose Yanez. — È stata anzi una vera fortuna il trovarli; e non ci volle poco a indurre quei pescatori a venderceli.

— Muoviamo subito su Mompracem?

— Costeggeremo fino a Nosong, prima di intraprendere la traversata. Non vi è molto da fidarsi di queste barcacce, che assorbono acqua come le spugne.

— Sono impaziente di giungervi, capitano.

— Ed io non meno di te, Sambigliong. Che cosa sarà successo laggiù, dopo le notizie portate da Kammamuri? Come desidero saperlo!

— Che la Tigre stia combattendo contro gl’Inglesi?

— Non mi stupirei: Sandokan non è un uomo d’abbassare la bandiera e di cedere alle pretese del governatore di Labuan senza opporre una fiera resistenza. Come rimpiango ora d’aver perduto la mia nave! Con la mia Marianna e la sua e appoggiati dai prahos da guerra, avremmo potuto dar da fare alle cannoniere di Labuan.

— Non è colpa mia, capitano Yanez — disse Sambigliong.

— Tu hai fatto anche troppo per difendere la mia nave, — rispose Yanez, con voce dolce. — Non ho alcun rimprovero da farti, mio bravo. Stringiamo verso la costa e cerchiamo di guadagnare più via che potremo. Se il vento si mantiene, domani notte noi approderemo a Mompracem.

Era allora calato il sole e le tenebre scendevano rapide. Il mare era calmo, con leggere ondulazioni che non davano alcun fastidio ai due legnetti, i quali continuavano la loro rotta verso il sud-ovest, tenendosi a due o tre gomene l’uno dall’altro.

Yanez, seduto a poppa su di una grossa pietra che serviva da àncora, teneva la mano sulla barra, consumando le sue ultime sigarette, mentre la maggior parte dei suoi uomini russavano stesi sul fondo del legno. Solo quattro vegliavano a prora, per la manovra.

Nessun lume brillava sul mare, già divenuto color dell’inchiostro. Anche verso la costa tutto era tenebroso. Solo verso l’isolotto di Sapangar che chiude a ponente la baia omonima, un punto rossastro brillava, forse la torcia di qualche pescatore notturno.