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126 | emilio salgari |
Sambigliong, vedendo sciabolare gli uomini che si erano appiattati a due terzi della salita, mandò un grido tuonante:
— Kammamuri! Lancia la tigre!
— A te, Darma! — urlò il maharatto. — Sbrana!
La belva, che durante quella intensa fucilata era rimasta nascosta dietro una roccia, mugolando sordamente e rizzando il pelo, a quel comando balzò innanzi con un aug spaventevole, piombò su un uomo che stava decapitando un giavanese e gli piantò i denti nella nuca.
I dayachi, vedendo rovinarsi addosso quella belva, che pareva volesse divorarli tutti, si erano precipitati all’impazzata giù dalla roccia, ricaricando precipitosamente i loro moschetti.
Vedendoli retrocedere, Darma aveva subito abbandonato il primo uomo per scagliarsi su di un altro. Con un secondo slancio piombò addosso ad uno dei fuggiaschi, rovesciandolo di colpo, quando una scarica vivissima la colpì.
La povera bestia si era bruscamente rizzata sulle zampe posteriori, rimanendo in quella posa alcuni istanti, poi s’abbattè, mentre Kammamuri mandava un urlo disperato:
— La mia Darma! Me l’hanno uccisa!
Quasi nel medesimo istante si udirono in lontananza tre spari.
— Il segnale! Il segnale! — gridò Sambigliong. — In ritirata!
Del drappello non rimanevano che undici uomini. Tutti gli altri erano caduti sotto le palle ed i kampilang dei dayachi, ed i loro corpi giacevano sui pendii della rupe, privi della testa.
Sambigliong afferrò Kammamuri che stava per scendere verso la tigre, a rischio di farsi fucilare e lo trascinò con sè, dicendogli:
— È morta: lasciala.
Si erano precipitati a corsa disperata nel burrone, mentre una seconda scarica rumoreggiava verso la costa.
Yanez doveva avere molta premura. Il drappello con una corsa fulminea percorse tutta la gola, sotto una grandine di palle, avendo i dayachi ripreso l’inseguimento; e sbucò su di una piccola pianura alla cui estremità s’alzavano quindici o venti capanne, piantate su dei pali. Al di là rumoreggiava il mare.
— Signor Yanez! — gridarono Sambigliong e Kammamuri, vedendo dei piccoli prahos ancorati dinanzi al minuscolo villaggio, con le vele già spiegate, pronti a prendere il largo.
Il portoghese usciva in quel momento da una capanna, accompagnato da Tremal-Naik e dalla fanciulla, mentre la loro scorta accostava i due legnetti alla riva.