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il re del mare | 123 |
minciavano a sperare di poter raggiungere il mare senza altri combattimenti e d’imbarcarsi per Mompracem.
Ed infatti anche quel giorno passò tranquillo. Della colonna lanciata sulle loro tracce, più nessuna nuova.
Per altri tre giorni continuarono ad inoltrarsi attraverso quella interminabile foresta, abitata solamente da qualche tranquillo tapiro e da qualche banda di babirussa; e verso il tramonto del quinto salivano i primi contrafforti dei Monti Cristallo, la gran catena costiera che si prolunga dal nord al sud a breve distanza dalle sponde occidentali dell’immensa isola.
Nonostante la foltezza dei boschi, l’incontro di non poche pantere nere e di mias o orangutang (uomini del bosco), anche quella traversata fu compiuta senza gravi pericoli.
Nel pomeriggio del sesto giorno, dopo d’aver avvistato il mare dalle più alte giogaie della catena, scendevano in una valle strettissima, che doveva condurli alla costa.
Marciavano da quattro ore, nel più profondo silenzio, in fila indiana, tanto era stretto il passaggio ed ingombro di massi enormi, quando delle grida lontane li fermarono di colpo.
— I dayachi? — aveva chiesto Yanez, voltandosi rapidamente.
Una scarica rimbombò in quel momento sul margine superiore della vallata ed una truppa numerosissima d’uomini apparve, scendente a precipizio i fianchi selvosi della costa.
— Birbanti! — esclamò Yanez, furioso. — Ci hanno seguìti per schiacciarci in questo luogo!
— Capitano — disse Sambigliong, — proseguite verso la costa coi feriti, la signorina Darma e Tremal-Naik ed una piccola scorta, Kammamuri mi ha assicurato che il mare non è che a tre miglia di distanza.
— E tu? — chiesero Tremal-Naik ed il portoghese.
— Io, signore, assieme agli altri, impedirò il passo a quei furfanti finchè avrete preparati i prahos. Se non li arrestiamo, ci schiacceranno tutti in questa gola e nessuno di noi rivedrà mai più Mompracem. Presto, signori, il nemico ci piomba addosso.
— Puoi resistere mezz’ora? — chiese Yanez.
— Anche un’ora, capitano. Lassù — disse il valoroso mastro della Marianna, indicando un’alta roccia che si rizzava proprio in mezzo alla valletta — terremo duro a lungo.
— Sì, mio bravo — disse Yanez con voce commossa. — Appena udrai a tuonare le nostre carabine, ripiegati verso la costa. I