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106 emilio salgari

l’uno addosso all’altro e formando delle piramidi umane che nemmeno il caucciù, che continua a venire versato, riesce a scuotere.

Mandano urla spaventevoli, la loro pelle cade a brandelli e fuma, eppure quei fanatici, incoraggiati dalla voce del «pellegrino» che echeggia in mezzo alle piante spinose, resistono con una tenacia che fa impallidire Yanez, il quale comincia a perdere buona parte della sua fiducia.

I difensori del kampong, soprattutto i Tigrotti della Malesia, non dimostrano tuttavia meno tenacia, nè meno coraggio degli assalitori.

I loro parang, manovrati da braccia solide, tagliano nel vivo e mutilano orrendamente quelli che riescono a issarsi sui parapetti.

Mentre i dayachi urlano: «Allah! Allah! Allah!» nè più nè meno dei fanatici mussulmani delle sabbiose terre dell’Arabia, i pirati di Yanez rispondono con non meno entusiasmo:

— Viva Mompracem! Largo alle Tigri dell’Arcipelago!

Il sangue scorre a fiotti. Le palizzate della cinta grondano e le terrazze si arrossano.

Da una parte e dall’altra combattono con pari furore, mentre l’uragano imperversa sempre e somministra la luce ai combattenti onde possano scannarsi meglio.

La tenacia ed il coraggio dei dayachi, non guadagnano gran che. Tre volte i guerrieri del «pellegrino», tutto sfidando, il fuoco delle spingarde collocate agli angoli che li prende di fianco con bordate di chiodi, i getti di caucciù ed i parangs che li mutilano, sono mandati all’assalto e hanno raggiunti e anche scavalcati i parapetti e tre volte sono stati costretti a lasciarsi cadere nei fossati già pieni di morti e di feriti.

— Ancora uno sforzo! — urla Yanez, che vede gli assalitori esitare. — Uno sforzo ancora e avremo ragione di questi testardi.

Le spingarde raddoppiano il fuoco, e i difensori, che hanno avuto un momento di riposo, tornano a tagliare nel vivo, mentre i servi rovesciano i vasi contenenti il caucciù.

L’attacco si rallenta, i dayachi tentano per la quarta volta la scalata, ma non più con lo slancio e il fanatismo di prima.

La paura comincia ad impossessarsi dei loro animi. Non invocano nemmeno più Allah.

Tuttavia il loro ultimo sforzo non è meno pericoloso. Sono ancora in buon numero, mentre la guarnigione si è assottigliata