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ma la prudenza consiste in saper cognoscere la qualità degli inconvenienti, e prendere il manco tristo per buono.

Deve ancora un Principe mostrarsi amatore delle virtù, e onorare gli eccellenti in ciascuna arte. Appresso deve animare i suoi cittadini di poter quietamente esercitare gli esercizi loro e nella mercanzia, e nell'agricultura, ed in ogni altro esercizio degli uomini, acciocchè quello non si astenga di ornare le sue possessioni per timore che non gli sieno tolte, e quell’altro di aprire un traffico per paura delle taglie; ma deve preparare premi a chi vuol fare queste cose, ed a qualunque pensa in qualunque modo di ampliare la sua città o il suo Stato. Deve oltre a questo ne’ tempi convenienti dell’anno tenere occupati li popoli con le feste e spettacoli; e perchè ogni città è divisa o in arti o in tribù, deve tenere conto di quelle università, ragunarsi con loro qualche volta, dare di sè esempio di umanità e di magnificenza; tenendo nondimeno sempre ferma la maestà della dignità sua; perchè questo non si vuole mai che manchi in cosa alcuna.


CAPITOLO XXII.


Delli segretari de’ Principi.


Non è di poca importanza a un Principe la elezione de’ ministri, li quali sono buoni o no, secondo la prudenza del Principe. E la prima coniettura che si fa di un signore, e del cervel suo, è vedere gli uomini che lui ha d’intorno; e quando sono sufficienti e fedeli, sempre si può riputarlo savio, perchè ha saputo cognoscergli sufficienti e mantener-