Pagina:Il Principe.djvu/84

74

crudele, e rapace. Le quali cose volevano che egli esercitasse ne’ popoli, per potere avere duplicato stipendio, e sfogare la loro avarizia e crudeltà; donde ne nacque che quelli Imperatori che per natura o per arte non avevano riputazione tale, che con quella tenessero l’uno e l’altro in freno, sempre rovinavano; e li più di loro, massime quelli che come uomini nuovi venivano al Principato, conosciuta la difficultà di questi duoi diversi umori, si volgevano a satisfare a’ soldati, stimando poco l’ingiuriare il popolo. Il qual partito era necessario; perchè non potendo i Principi mancare di non essere odiati da qualcuno, si debbono prima sforzare di non essere odiati dall’università; e quando non possono conseguir questo, si debbono ingegnare con ogni industria fuggire l’odio di quelle università che sono più potenti. E però quelli Imperatori, che per novità avevano bisogno di favori straordinari, aderivano ai soldati più volentieri, che alli popoli; il che tornava loro nondimeno utile o no, secondo che quel Principe si sapeva mantenere riputato con loro.

Da queste cagioni sopradette nacque che Marco, Pertinace, e Alessandro essendo tutti di modesta vita, amatori della giustizia, inimici della crudeltà, umani, e benigni, ebbero tutti, da Marco infuora, tristo fine; Marco solo visse e morì onoratissimo, perchè lui succedè all’Imperio per eredità, e non aveva a ricognoscer quello nè dai soldati, nè dai popoli; dipoi essendo accompagnato da molte virtù che lo facevano venerando, tenne sempre, mentre visse, l’uno ordine e l’altro dentro a’ suoi termini, e non fu mai nè odiato, nè disprezzato. Ma Pertinace fu creato Imperadore contro alla voglia de’ soldati, li quali, essendo usi a vivere li-