Pagina:Il Principe.djvu/42

32

odio. Quelli che egli aveva offesi, erano, tra gli altri, S. Pietro ad Vincula, Colonna, S. Giorgio, Ascanio. Tutti gli altri assunti al Pontificato avevano da temerlo, eccetto Roano e gli Spagnuoli. Questi per coniunzione e obbligo, quello per potenza, avendo congiunto seco il Regno di Francia. Pertanto il Duca innanzi ad ogni cosa doveva creare Papa uno Spagnuolo; e, non potendo, dovea consentire che fusse Roano, e non S. Pietro ad Vincula. E chi crede che ne’ personaggi grandi beneficii nuovi faccino dimenticare l’ingiurie vecchie, s’inganna. Errò adunque il Duca in questa elezione, e fu cagione dell’ultima rovina sua.


CAPITOLO VIII.


Di quelli che per scelleratezze sono pervenuti al Principato.


Ma perchè di privato si diventa ancora in duoi modi Principe, il che non si può al tutto, o alla fortuna, o alla virtù attribuire, non mi pare da lasciargli indietro, ancora che dell’uno si possa più diffusamente ragionare dove si trattasse delle Republiche. Questi sono, quando o per qualche via scellerata e nefaria si ascende al Principato, o quando uno privato cittadino con il favore degli altri suoi cittadini diventa Principe della sua patria. E, parlando del primo modo, si mostrerà con duoi esempi, l’uno antico, l’altro moderno, senza entrare altrimenti ne’ meriti di questa parte, perchè giudico che bastino a chi fusse necessitato imitargli. Agatocle Siciliano, non solo di privata, ma d’infima ed abietta fortuna, divenne Re di Siracusa. Costui nato di