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essere in venerazione, avendo spenti quelli che di sua qualità gli avevano invidia, rimangono potenti, sicuri, onorati, felici. A sì alti esempi io voglio aggiugnere uno esempio minore; ma bene arà qualche proporzione con quelli, e voglio mi basti per tutti li altri simili: e questo è Ierone Siracusano. Costui di privato diventò Principe di Siracusa; nè ancor egli cognobbe altro dalla fortuna che l’occasione: perchè essendo i Siracusani oppressi l’elessono per loro capitano, donde meritò d’essere fatto loro Principe; e fu di tanta virtù ancora in privata fortuna, che chi ne scrive dice, che niente gli mancava a regnare eccetto il Regno. Costui spense la milizia vecchia, ordinò la nuova, lasciò le amicizie antiche, prese delle nuove; e come ebbe amicizie e soldati che fussero suoi, potette in su tale fondamento edificare ogni edificio; tantochè egli durò assai fatica in acquistare, e poca in mantenere.
CAPITOLO VII.
De’ Principati nuovi, che con forze d’altri e per fortuna si acquistano.
Coloro i quali solamente per fortuna diventano di privati Principi, con poca fatica diventano, ma con assai si mantengono: e non hanno difficultà alcuna tra via, perchè vi volano; ma tutte le difficultà nascono dappoi che vi sono posti. E questi tali sono quelli, a chi è concesso alcuno Stato o per danari, o per grazia di chi lo concede, come intervenne a molti in Grecia nelle città di Ionia, e dell’Ellesponto, dove furono fatti Principi da Dario, acciò le tenessero per sua sicurtà e gloria, come erano ancora