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essere.» Così in una sua lettera. E altrove al Salviati: «Io sono uno di quelli che scrivo per vivere, e non eh’ io viva per iscrivere: che pur troppo ce ne sono degli schiccheratori oggidì.» Ben si vede che il Guarini si sarebbe volentieri appropriata quell’aurea sentenza di Montaigne: L’ecrìvaillerie est le symptome d’un siècle desbordé. Narrasi che per venti anni si adoperasse intornowd suo poema; il che riesce credibile quando s’osservi, che anche dopo la prima edizione, eli’ e’ ne dette nel 1590, vi tornò sopra con la lima, e vi fece dei mutamenti, sebbene per verità di poco rilievo, come apparisce dalla stampa del ’1602, tenuta giustamente come normale. Prima di darlo fuori volle, a esempio del Tasso, che alcuni fra i primi letterati del tempo lo rivedessero: «perchè niuna cosa (scrive egli al Salviati) stimo tanto eccellente che non abbia bisogno del-