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tico scusa, e quasi loda anche, quei concettini, e quelle ricercatezze, che son vero e grave difetto del Pastorfido. L’autore stesso cotesto difetto 10 sentiva, e tentò difenderlo con allegare, che gli Arcadi, per abito continuo di poetare, dovevano essere assuefatti a quelle vivezze, a quel dire fiorito e lussurieggiante. Ma 11 vero è eh’ ei volle compiacere al gusto del secolo, al quale oggimai non si poteva spegnere se non col viri piccate la se]c, come confessa egli stesso/l Nè quel gusto era allora soltanto proprio all’Italia, ma generale. Senza parlare degli Spagnuoli, fra i quali fin dall’antichità fu indigeno, tutti più o meno gli scrittori francesi e inglesi di quel tempo ne sono infetti; e basti ricordare per tutti lo Shakespeare. S’attribuì poi quasi esclusivamente agl’Italiani per la stessa ragione che fu loro imputata, come vizio speciale, quella malvagia