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guaggio e giochetti ed equivoci, che sono proprj piuttosto d’una estrema raffinatezza e corruttela civile; e per i quali si scandalizza fino quel filosofo dabbene del Ginguené. Silvio il giovanetto selvaggio, innamorato soltanto della caccia, sprez/atore delle donne e d’amore, è un clic tra la Silvia del Tasso e l’Ippolito dell’antica tragedia, ma tratteggiato con arte e novità d’incidenti, e accortamente introdotto per il giuoco dei contrasti. Tutti gli altri personaggi secondarj hanno propria e distinta fisionomia, e tutti più o meli efficacemente cooperano nel l’azione del dramma. Parve giustamente a Federico Schlegel che il Guarini abbia dei passi i quali non disconverrebbero al nobile e severo stile d’un gran poeta dell’antichità:’ e cotesto cri- 1 Vedi la sua Storia della Letteratura antica e moderna.