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di quella pastorale divennero si buone maestre d’impurità, che ne N rono subito scuola. Raccontarono altri che fino nella famiglia dell’autore se ne erano veduti i dannosi effetti; e anche alcuni poeti più austeri del Guarini, almeno in versi, come il Chiabrera nei Sermoni, il Rosa nelle Satire con più o men garbo gli fecero addosso il moralista. E pure un severo critico tedesco dei nostri tempi, lo Schlegel, a cui pareva così immorale fino il Metastasio, giudicava il Pastorfido ispirato da un amor entusiastico, e che anche i giuochi della fantasia fossero quello la velata espressione del sentimento più puro e più sublime. Molto è nei libri che variamente si legge con l’occhio della fantasia in ciascun secolo e da ciascuna persona, secondo che sono disposti.1 1 Quantunque la moralità d’un’opera meglio si giudichi dall’impressione che lascia,
