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studj; nè poscia alla corte di Vincenzo Gonzaga Duca di Mantova. Mortagli intanto la moglie, maritate monacate o poste in varie corti come dame d’onore le figlie, restato egli solo col figlio Guarino di dieci anni (cliè gli altri due maggiori Alessandro e Girolamo si erano da lui divisi) e stimolato sempre dalla naturale sua irrequietezza e dal bisogno di esercitare in largo campo le sue facoltà, pensò di procacciare in Roma la sua ventura. Con questo intento scriveva al Gonzaga allora cardinale: «In ogni modo io non so vivere in ozio, nè vo’ che la morte mi trovi con le mani a cintola s’io campassi gli anni di Nestore.» Là si* recò infatti, e vi dimorò qualche tempo, ma senza venire a capo di nulla. Morto finalmente nel 1597 il duca Alfonso, e incorporata Ferrara agli stati papali, parendo al nostro esser troppo negletto dai nuovi do-