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della poesia tragicomica. 419

sima diversità in coloro ch'ascoltano, secondo che i secoli si sono andati cangiando, ha diversificata altresì la commedia, la quale anch'essa ha le sue differenze; poichè, siccome nella tragedia il terrore più e men temperato ha fatto nascere i gradi del più o meno tragico, così il riso più e me dissoluto ha fatto anch'esso la favola più e men comica divenire. Da principio non era oscenità nè lascivia di sorte alcuna, che per muovere altrui a riso non si rappresentasse liberamente e senza rispetto alcuno. Cominciò poi a stomacare quella licenza tanto sfrenata, e temperandosi a poco a poco, s'introdusse una forma di favola più modesta, col riso assai più parco e con gli scherzi più moderati e con le oscenità più coperte e finalmente sbandite, con quella sì notabile differenza, che si vede tra quelle di Aristofane e di Menandro, e tra quelle di Plauto e di Terenzio. Le quali tutte secondo i tempo loro furono buone; avvengachè le prime sembrassero sfaccia-