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per libero troppo ’ prese in- fatti il suo partito, e si ridusse a vita privata. V- Buon per lui che non passava dalla corte allo squallore del carcere in uno spedale di pazzi, ma alle delizie della bella villetta, che egli si era edificata nell’avita possessione del Polesine, e l’aveva nominata la Guarina. In quella fertile e amena regione fra l’Adige e il Po, ove si spirano quasi l’aure stesse che Virgilio e Catullo spirarono, sentì rinascere nel cuore spontanea quella che alla corte avea corcato con tanto sforzo, l’ispirazione poetica; e scrisse il Pastorlìdo. Del quale avea forse concepito il pensiero fin da quando vide il plauso universale che al Tasso procacciava l’Aminta, ma prima d’ora non gli era mai venuto fatto di colorire il disegno. E in quel geniale lavoro ei si sentiva felice, e conosceva * Lot, p. 1.95