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Ma il ritenn’io per accidente nuovo
Nel tempio occorso: ed ò ben tal, che mentre
Yo con quello accoppiandolo che quasi
In un modesmo tempo
È oggi a te incontrato;
Un non so che d’insolito e confuso
Tra speranza e timor tutto m’ingombra,
Che non intendo: e quanto men l’intendo,
Tanto maggior concetto,
O buono o rio, ne prendo.
MONTANO.
Quel che tu non intendi,
Troppo intend’io miseramente, e ’l provo.
Ma dimmi: a te che puoi
Penetrar del Destin gli alti segreti,
Cosa alcuna s’asconde?
TIRENIO.
Oh figlio, figlio!
Se volontario fosse
Del profetico lume il divin uso,
Saria don di natura e non del cielo.
Sento ben io nell’indigesta mente,
Che ’l ver m’asconde il Fato,
E si riserba alto segreto in seno.
Questa sola cagione a te mi mosse,