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Ch’all’interrotto sacrifício manca?
TIRENIO.
Oh quanto spesso giova
La cecitá degli occhi al veder molto!
Ch’allor non traviata
L’ anima, ed in sè stessa
Tutta raccolta, suole
Aprir nel cieco senso occhi lincei.
Non bisogna, Montano,
Passar sí leggermente alcuni gravi
Non aspettati casi
Che tra l’opere umane han del divino:
Perocché i sommi Dei
Non conversano in terra,
Nè favellan cogli uomini mortali;
Ma tutto quel di grande o di stupendo
Ch’al cieco caso il cieco volgo ascrive,
Altro non è che favellar celeste.
Cosí parlan tra noi gli eterni Numi;
Queste son le lor voci,
Mute all’orecchie, e risonanti al core
Di chi le ’ntende. Oh quattro volte e sei
Fortunato colui che ben le ’ntende!
Stava giá per condur l’ordine sacro,
Come tu comandasti, il buon Nicandro;