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Che col duolo agitate
La disperata mente;
Ecco, il vostro furore,
Poiché cosí vi piace, ho giá concetto.
Non bramo altro che morte: altra vaghezza
Non ho, che del mio fine.
Un funesto desio d’uscir di vita
Tutto m’ingombra, e par che mi conforte.
Alla morte, alla morte.
CARINO.
Oh infelice vecchio!
Come il lume maggiore
La minor luce abbaglia,
Cosí il dolor che del tuo male i’ sento,
Il mio dolore ha spento.
Certo se’ tu d’ogni pietá ben degno.

SCENA VI. TIRENIO, MONTANO, CARINO. TIRENIO.

Affrettati, mio figlio;
Ma con sicuro passo,
Sicch’io possa seguirti, e non inciampi
Per questo dirupato e torto calle