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E voi, strali, di lui che ’l fianco aperse
Della mia cara donna, e per natura,
E per malvagitá forse, fratelli,
Non rimarrete interi;
Non piú strali o quadrella,
Ma verghe invan pennute, invano armate.
Ferri tarpati, e disarmati vanni,
Ben mel dicesti, Amor, tra quelle frondi,
In suon d’Eco indovina.
O Nume, domator d’uomini e Dei,
Giá nemico, or signore
Di tutti i pensier miei;
Se la tua gloria stimi
D’aver domato un cor superbo e duro,
Difendimi, ti prego,
Dall’empio strai di Morte,
Che con un colpo solo
Anciderá Dorinda, e con Dorinda
Silvio da te pur vinto:
Cosí Morte crudel, se costei more,
Trionferá del trionfante Amore.
LINCO.
Cosí feriti ambiduo sete. Oh piaghe
E fortunate e care,
Ma senza fine amare,