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SILVIO.
Dorinda, ah dirò mia, se mia non sei
Se non quando ti perdo? e quando morte
Da me ricevi, e mia non fosti allora
Ch’i’ ti potei dar vita?
Pur mia dirò; che mia
Sarai mal grado di mia dura sorte:
E se mia non sarai con la tjua vita,
Sarai con la mia morte:
Tutto quel che ’n me vedi,
A vendicarti è pronto.
Con quest’armi t’ancisi;
E tu con queste ancor m’anciderai.
Ti fui crudele; ed io
Altro da te, che crudeltá, non bramo.
Ti disprezzai, superbo;
Ecco, piegando le ginocchia a terra,
Riverente t’adoro,
E ti cheggio perdon, ma non giá vita.
Ecco gli strali e l’arco:
Ma non ferir giá tu gli occhi o le mani,
Colpevoli ministri
D’innocente voler; ferisci il petto,
Ferisci questo mostro,
Di pietate e d’amore aspro nemico;