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scovo di Ferrara è suo parente, scrisse non rallegrarsi già di quella morte, dolersi anzi che gli fosse tolto «un emulo il quale con le sue buone opere avea speranza di superare;» ma intanto va facendo del morto un ritratto in prosa assai peggiore di quello che il Tasso avea fatto in versi: dove entrano come colori la prudenza scompagnata dalla bontà, e’ il sapere senza Domineddio, e i vezzi, le morbidezze, gli amori lascivi, e l’anima pregna d’ambizione e di cupidità.1 ’ Successe al Pigna, nell’ufficio di segretario il Montecatini già filosofo del Duca, ma di natura, a quanto pare, non troppo dissimile dal suo predecessore. Nò il Tasso, nè forse anche lo stesso Guarini se n’ebbero a lodare. Per il povero Tasso era allo- 1 Veramente il Pigna in cotesta lettera non è indicato ai nomo, ma evidentemente è quegli di cui si parla. Vedi Lett., p. 205.