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Che nella piú segreta e chiusa parte,
Come accennò di far ne’ detti suoi,
Si sará ricovrata; ond’io non voglio
Penetrar, molto addentro. Una fessura
Fatta nel sasso, e di frondosi rami
Tutta coperta, a man sinistra appunto
Si trova appiè dell’alta scesa: quivi
Piú che si può tacitamente entrando,
Il tempo attenderò di dar effetto
A quel che bramo. Il mio nemico morto
Alla nemica mia porterò innanzi:
Cosí d’ambiduo lor farò vendetta:
Indi trapasserò col ferro stesso
A me medesmo il petto; e tre saranno
Gli estinti, duo dal ferro, una dal duolo
Vedrá questa crudele
Dell’amante gradito,
Non men che del tradito,
Tragedia miserabile e funesta:
E sará questo speco,
Ch’esser dovea delle sue gioie albergo,
Dell’un e l’altro amante,
E, quel che piú desio,
Delle vergogne sue, tomba e sepolcro.
Ma voi, orme giá tanto invan seguite,