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ratriee del Pastorfìdo.1 E per lei egli pure rimò, e fra l’altre cose è senza dubbio di lui quel sonetto, créduto comunemente del Tasso, che comincia: «Rose che l’arte invidiosa ammira» e termina: «E di si degno cor tuo strale onora,» nel quale si celebra la Scandiano; e con gioco di parole non insolito al Guarini se ne esprime il nome nella fine del componimento.2 j(‘ Queste gare di poesia e d’amore, o 4 Vedi Lettere p. 120.. 2 Non solo questo, ma altri componimenti del Guarini si trovano fra le Rimo del Tasso, senza che i critici o gli editori si sieno accorti, por quant’io so, del vero autore. Tali sono, per esempio, que’duo sonetti: “ Eran le chiome d’oro all’aura sparse „ e “ Tu godi il sol ch’agli occhi’miei s’asconde, „ oltre varj madrigali, e fra gli altri quello: “Ardo si ma non t’amo, „ al quale il Tasso rispose a nome della donna con l’altro: “Ardi e gela a tua voglia. „ Questi componimenti si trovano tutti stampati dal Guarini fra le suo Rime nella edizione del Ciotti 1602; nè egli era uomo da appropiarsi le cose altrui, senza dir qui le altre ragioni, che dimostrano lui autore vero e legittimo di coteste poesie.