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a correttore, l’uno della sua Gerusalemme, l’altro del Pastorfìdo. 11 Guarini venuto in fama cosi giovane di buon letterato e poeta, e più che mediocremente fornito di facoltà, avrebbe potuto esercitare in libera vita le lettere, e tenersi lontano da quella servitù cortigiana, a cui le strettezze domestiche o la povertà costrinsero l’Ariosto, il Caro, il e Tasso, tanti altri nobili ingegni di quell’età. Ma egli era stimolato da un bisogno di maggiore attività che non ò quella del semplice letterato, e anche da ambizione d’onori, e da brama di accrescere le sue fortune. Pensava inoltre, e lo scriveva ad un amico poco prima di porsi a’servigj dal suo principe: «. Vivere a suo modo quand’altri è suddito non si può... Se la patria laddove comanda un solo è ridotta tutta nel principe, chi sene il principe serve conseguentemente la patria, il qual obbligo in