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DORINDA.
Oh se sapessi quanto
Vale il tesor, di che sí largo sembri,
E rispondesse alla tua lingua il core!
SILVIO.
Ascolta, bella ninfa: Tu mi vai
Sempre di certo amor parlando, eh io
Non so quel ch’e’ si sia; tu vuoi ch’i’ t’ami;
E t’amo quanto posso, e quanto intendo;
Tu di’ ch’io son crudele; e non conosco
Quel che sia crudeltá, nè so che farti.
DORINDA.
Oh misera Dorinda! ov’hai tu poste
Le tue speranze? onde soccorso attendi?
In beltá, che non sente ancor favilla
Di quel foco d’Amor, ch’arde ogn’amante.
Amoroso fanciullo,
Tu se’ pur a me foco,e tu non ardi;
E tu che spiri amore, amor non senti.
Te sotto umana forma
Di bellissima madre,
Partorí l’alma Dea che Cipro onora;
Tu hai gli strali e ’l foco;
Ben sallo il petto mio ferito ed arso.
Giugni agli omeri l’ali,