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DORINDA.
Silvio mio,
Per quello amor che mi t’ha fatta ancella,
Io so dove è ’l tuo cane.
Noi lasciasti testé dietro a una damma V
SILVIO.
Lasciailo, e ne perdei tosto la traccia.
DORINDA.
Or il cane e la damma è in poter mio.
SILVIO.
In tuo potere?
DORINDA.
In mio poter. Ti duole •
D’esser tenuto a chi t’adora, ingratoV
SILVIO.
Cara Dorinda mia, daglimi tosto.
DORINDA.
Ve’ , mobile fanciullo, a che son giunta!
Ch’una fera ed un can mi ti fa cara.
Ma vedi, core mio, tu non gli avrai
Senza mercede.
SILVIO.
È ben ragion; darotti....
(Vo’ schernirla costei.)