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La disciplina letteraria a quel tempo era forte: le università italiane abbondavano di uomini dottissimi: e il domesticarsi colle lettere classiche era fra noi così comune, come oggidì in Germania, mentre con gli esercizj d’una sottile dialettica si aguzzavano mirabilmente gl’ingegni; quantunque forse con la tradizione e la scuola si soffocasse un po’ troppo la spontaneità e la natura. Gli studj del Guadili così nelle lettere come nella scienza furono larghi e solidi, e tanto vi si segnalò, che di soli dieiotlo anni fu creduto idoneo ed eletto a professare filosofia morale nel patrio Ateneo. Il vecchio Annibai Caro onorato dal giovane Guarini d’una lettera e d’un sonetto laudatorio, gli rispondeva con quella sua spiritosa eleganza, e mostrava avere indovinato la tempra di questo nuovo ingegno, lodandolo per bellezza e finezza. In quella corrispondenza e