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In cosí breve spazio,
Non era altro ch’un bacio:
Onde restar le membra,
Quasi senza vigor, tremanti e fioche.18
E quando io fui vicino
Al folgorante sguardo,
Come quel che sapea
Che pur inganno era quell’atto e furto,
Temei la maestá di quel bel viso:
Ma da un sereno suo vago sorriso
Assicurato poi,
Pur oltre mi sospinsi.
Amor si stava, Ergasto,
Com’ape suol, nelle due fresche rose
Di quelle labbra ascoso;
E mentre ella si stette
Con la baciata bocca,
Al baciar della mia
Immobile e ristretta,
La dolcezza del mèl sola gustai;
Ma poiché mi s’offerse anch’ella, e porse
L’ una e l’altra dolcissima sua rosa
(Fosse o sua gentilezza, o mia ventura;
So ben che non fu Amore),
E sonár quelle labbra,