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E mostrò ben che non men bella è dentro
Di quel che sia di fuori;
O fosse che ’l bel volto
Avesse invidia all’onorata bocca,
E s’adornasse anch’egli
Della purpurea sua pomposa vesta,
Quasi volesse dir: Son bello anch’io.
EROASTO.
Oh come a tempo ti cangiasti in ninfa,
Avventuroso, e quasi
Delle dolcezze tue presago amante!
MIRTILLO.
Giá si sedeva all’amoroso ufficio
La bellissima giudice, e, secondo
L’ordine e l’uso di Megára, andava
Ciascheduna per sorte
A far della sua bocca e de’ suoi baci
Prova con quel bellissimo e divino
Paragon di dolcezza;
Quella bocca beata,
Quella bocca gentil, che può ben dirsi
Conca d’Indo odorata
Di perle orientali e pellegrine:
E la parte, che chiude
Ed apre il bel tesoro,