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L’ho presa giá questa malvagia; e sempre
M’è, non so come, dalle mani uscita:
Ma s’ella giunge anco la terza al varco*
Ho ben pensato d’afferrarla in guisa,
Che non potrá fuggirmi appunto suole
Tra queste selve capitar sovente;
Ed io vo pur, come sagace veltro,
Fiutandola per tutto. Oh qual vendetta
Ne vo’ far se la prendo, e quale strazio!
Ben le farò veder che talor anco
Chi fu cieco apre gli occhi; e che gran tempo
Delle perfidie sue non si dá vanto
Femmina ingannatrice e senza fede.
CORO.
Oh nel seno di Giove alta e possente
Legge scritta, anzi nata,H
La cui soave ed amorosa forza,
Terso quel ben, che non inteso sente
Ogni cosa creata,
Gli animi inchina, c la natura sforza!
Nè pur la frale scorza,
Che ’l senso appena vede, e nasce e more
Al variar dell’ore;
Ma i semi occulti, e la cagion interna,
Ch’è d’eterno valor, move e governa.