Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/184

Co’ denti afferri, e con la man sinistra
L’altro sostieni, e del corrente nodo
Con la destra fai giro, e l’apri e stringi
Quasi radente forfice, e l’adatti
Sull’inegual lanuginosa fronte:
Indi radi ogni piuma, e svelli insieme
Il mal crescente e temerario pelo
Con tal dolor, ch’è penitenza il fallo.
Ma questo è nulla, ancorché tanto: all’opre-
Sono i costumi somiglianti e i vezzi.
Qual cosa hai tu che non sia tutta finta?
S’apri la bocca, menti; e se sospiri,
Son mentiti i sospir; se movi gli occhi,
È simulato il guardo; in somma ogn’atto,
Ogni sembiante, ciò che ’n te si vede,
E ciò che non sí vede, o parli, o pensi,
O vada, o miri, o pianga, o rida, o canti,
Tutto è menzogna. E questo ancora è poco-
Ingannar piú chi piú si fida, e meno
Amar chi piú n’è degno; odiar la fede
Piú della morte assai, queste son l’arti
Che fan si crudo e sí perverso Amore.
Dunque d’ogni suo fallo è tua la colpa;
Anzi pur ella è sol di chi ti crede.
Dunque la colpa ò mía, che ti credei,