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è anche un nuovo tratto del carattere del Guarini, prova assai non solo quello che ho detto sopra, ma di più come il Pastorfido avesse una fortuna e un incontro da paragonarsi coi più romorosi, ch’abbiano sortito a’nostri giorni alcune opere d’autori forestieri. Ciò era possibile, e accadeva allora perchè l’Italia, sebbene già grandemente scaduta, serbava ancora il primato delle lettere e della lingua. Rendere il debito onore a quegl’illustri, che anche in tempo di decadenza sostennero cosi la potenza morale, e sempre più diffusero la gloria del nome italiano, è non solo conveniente e giusto, ma anche augurio d’un avvenire, eh’ adegui e vinca il passato. Per questa edizione del Pastorfido s’è presa a norma quella, che ne diede il Ciotti in Venezia nel 1602.