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abbagliato e pauroso stava, né sapendo qual camino prender si dovesse, al stallone venne odore de la cavalla, e cavata fuori la sua mazza ferrata, nitrendo a la cavalla accostare si voleva; li quali atti donavano al frate maggiore timore; nondimeno in sé tornando, e volendo menare la cavalla al suo camino, la quale girando la poppa verso il stallone, cominciò a trarre di calci. Il frate che non era il miglior cavalcatore del mondo fu presso che cascato, e per non aspettare la seconda botta strense le gambe forte premendo li speroni a li fianchi, ed appicciandosi con ambedue le mani all’imbasto, lassata la briglia, commise la bestia ad arbitrio di fortuna; la quale sentendosi li speroni fermi premere a li fianchi fu costretta a correr tempo senza temone, e andare per quella via che prima dinanzi li venne. Il stallone veduta da sé partir la preda, con rabbia rotto il debile legame, cominciò fieramente a seguirla. Il poveretto frate sentendosi il suo nemico drieto, e voltato il capo lo vide sopra la lanza chiuso che pai ea un fiero giostratore, e con la seconda paura cacciò la prima, e tuttavia fuggendo cominciò a gridare, aiuto, aiuto. A le grida del quale, e al remore de li sfrenati destrieri, essendo omai dì chiaro, ognuno si facea per le finestre e per le porte, e ciascuno parea con maraviglia che scoppiassero di gran risa vedendo sì nova e strana caccia delli dui frati minori a cavallo, che l’uno non parea men de l’altro morto. La cavalla senza guida or là, or qua per le strade discorrendo andava ove più comodo li veniva; dietro la quale il stallone pur di rabbiosamente seguirla non restava: e se più volte fu il frate vicino ad esser con la lanza ferito non è da doman-