mio missere gliela farò far tale, quale a la sua proposta se richiede.
Il maestro ricevuta la rigida risposta, per quella non li scemò niente l’ardore, anzi il suo amore col disio insieme in maggior fiamme ne accrebbe; e per non ritrarsi punto da la cominciata impresa, essendo la casa de la donna al convento molto dappresso, recominciò con tanta importunità a vagheggiarla, che lei non possea a finestra farsi, né a chiesia né ad altro luogo fuori di casa andare, ch’el stiraoloso maestro non gli fosse continuo d’intorno. Di che avvenne che di ciò si erano accorti non solo quelli della sua contrada, ma anco a gran parte della citlà era a notizia pervenuto. Per la cui cagione lei medesima se persuase tal cosa non esser da più tacerla al suo marito, dubitando che se da altri lo avesse sentito, oltre il pericolo, ne la averebbe avuta meno che onesta donna: e a tal pensiero accordatase, una notte stando col marito, tutto il fatto pontualmente gli raccontò. Il cavaliere, che onorato ed animoso era molto, fu de tanto fiera ira acceso, che poco si tenne che in quella ora non andasse a porre a ferro e foco il convento e tutti i frati; ma pur alquanto temperatosi, doppo che con molte parole ebbe la onestà de la moglie commendata, li impose che al maestro promettesse, e che la seguente notte il facesse venire a casa per quello modo che a lei meglior paresse, acciò che a un’ora se potesse a l’onor suo satisfare, e non farsi contaminare la sua cara amata donna; e del resto lasciasse il pensiero a lui. Come che alla donna duro le fosse pensando a che dovea il fatto riuscire, pure per ottemperare al volere del suo marito, disse di farlo; e tornando de continuo il