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che Lui ha giustamente operato farmi trovar questo ducato, imperò che se fosse recapitato in tue mani, lo averesti alienato da te, e se pure lo avessi tenuto lo averesti in qualche vili strazzi posto, e solo, e non a proprio luogo lasciato stare; di che a me avvenerà tutto il contrario, perchè il ponerò coi suoi pari, e in una grande e bella compagnia. E ciò detto si rivolse al suo banco, e buttollo alla summità di molte migliaia di fiorini che in quello erano.
Dunque avendo, como di sopra ho già detto, de le disperse novelle composto il molto pisto e lutulento libretto, per tutte le già ditte ragioni ho voluto a Te, dignissima argentera e perottima conoscitrice di questa stampa, mandarlo, acciocchè con toi facilissimi argomenti lo possi rembellire, e quello devenuto bello tra li toi ornati ed elegantissimi libri abbia qualche minimo loco. Il quale alla loro decorazione ne aggiungerà un’altra maggiore, perchè, come vuole il filosofo, le cose opposite insieme congiunte, con maggiore luce si distingue la loro disaguaglianza. Ed oltre a ciò te supplico che, quando te sarà concesso alcuno ocio, lo leggere di dette novelle non te sia molesto, per ciò che in esse troverai di molte facezie e giocose piacevolezze che continuo novo piacere porger te saranno cagione. E se per avventura tra li ascoltanti fosse alcuno santesso1 seguace de finti religiosi, della scellerata vita e nefandi vitii de’ quali io intendo nelle prime dieci novelle alcuna cosettina trattarne, che morden-
- ↑ Nell’ediz. del 92 leggesi sanctese, onde santesso, in napol. santisso, che risponde a santessa nella nov. 23 (sant’isso, sant’essa). I Toscani dicono santusse. L’ed. della gatta dice pinzocaro. L’edizione del 1483 dice santesso.