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e lo presidio de indigenti finito, e finalmente le porte del generale albergo de' gentiluomini in eterno serrate. Piangi, Novellino mio, che è già morto colui per cui le lettere e latine e materne erano celebrate, per cui la militare disciplina e con opere e con consilio così nelli bellicosi esercitii come nelle regali palestre e suntuosi giochi de Marte con ordene grande era adoperata, e per cui li feroci e timidi animali venando erano molestati, e tante nature de uccelli inquietati. Esclama dunque, povero Novellino, che tale excelso principe con la soa morte ha occisa la giustizia, che con tanta integrità la facea ministrare, per essa è la verità ascosa, e ogni fiorita virtù prostrata a terra; e con alta voce che te ritrovi chiama: O glorioso Principe, dove è la toa ornata o sentenziosa eloquenzia, dove è il mirabile ingegno, e gran vedere, e lo ottimo giudicio, e perfetto consilio che così nelle importanti e pubbliche come nelle minime private cose con tanta prudèntia e secondo la opportunità loro chiedeva, con iusta bilanza donavi? E però piangendo, dolente mio criato, a presenti ed a posteri de dire non restare che de tale e tanta oscura e repentina morte essendo a me mancata la vita, non te posso, come avea già deliberato, d’altre assai delicature e notevoli parti accompagnare. Essa dunque imprevista e quasi violenta morte me ha voluntario fatta la mia lira destemperare, el stracco calamo a Mercurio votato innanzi il prepostato termine del tutto offrire, e in maniera tale che a me medesimo perpetuo silenzio imponendo, voglio che de cose liete piacevoli e gioconde non me sia insino l'amara vita me dura mai più lo scrivere concesso. E così del tuo Masuccio