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e menato al Soldano. Il quale quanto fosse di ciò e con ragione lieto e contento, ciascuno ne pò fare giuditio; ed ancora che con alquanta rigidezza el ricevesse, pur finalmente mirandolo con seco raccolse tale principe essere de grandissimi doni e da Dio e da la fortuna dotato, e di maggiore autorità lo estimando che estimato lo aveva, e fattolo con gran cautela dentro lo suo palagio guardare e con onore e diligentia servire, quando gli parve a sè el fè venire, e benignamente de la sua occulta venuta el dimandò: al quale lo Imperatore non isbigottito de la sua presura, con virilità non piccola gli rispose: Signore, avendo io per adrieto a le feste e pompe, a le delicie e glorie temporali e vane lode il più de la mia età consumato, deliberai quanto a Dio e a la mia salute satisfare, e ciò era per mezzo de tanti pericoli e affanni venire a visitare il piccolo albergo dove el Figliuolo de Dio, generale redentore, per breve spazio, dopo che per li Judei fu occiso, albergò: ed ancora che tale mio laudevole desiderio abbia contrario effetto avuto, non sono né sarò mai pentito, se ne dovessi non che una ma mille morti ricevere per avere a Colui che per me sopportò passione e morte servito, e in parte del debito satisfatto. Cognobbe el Soldano per le parole dell’Imperatore dal giuditio de la presentia non essere ingannato; e dando de gran lunga maggior credenza a lo intero e ragionevole suo parlare che a la sinistra e falsa informatione del Papa da cieca invidia e fiera odiosità causata, subito gli occorse volere sopra di ciò alcuna parte de sua magnificentia dimostrare, e a lo Imperatore revolto disse: El grande Iddio che tutto pò e cognosce me debia testimoniare come a-