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NOVELLA XLVIII.




ARGOMENTO.


Un figliolo del Re di Tunisi è preso dai corsali e venduto a Pisa: lo patrone gli pone amore addosso, e in processo di tempo gli dona libertà, e non conosciuto nel rimanda a casa, il quale poco appresso divenne Re di Tunisi. El pisano non dopo molti anni è preso da fuste di Mori, e allo Re senza conoscerlo è dato in sorte per schiavo, il quale recognoscendo per gratitudine fa fare la sorella cristiana, e con gran parte de tesori gliela dà per moglie, e ricchissimo nel rimanda a Pisa.


A LO ILLUSTRISSIMO SIGNORE JOANNI CARACCIOLO DUCA DE MELFI1.


ESORDIO.


Cognoscendo, illustrissimo Signor mio, la gratitudine non solo a te essere innata passione, ma a guidardonare de' servizii recevuti ogni altro magnanimo e liberale avanzare, siccome gli effetti me ne possono ad altri rendere testimonio; non ho voluto la presente novella, de liberalità e gratitudine fabbricata, ad altro che a Tua Signoria e meritamente la intitulare, acciocché come a vero conoscitore de virtù possi ad altri la notizia dare, quale de le usate può e debbe de maggiore lode essere celebrata.

  1. Fece parte della Congiura dei Baroni, e fu fatto morire con gli altri nelle prigioni di Castelnuovo.
Masuccio. 32