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può pensare, e a confortare le figliole che ognuna voluntaria e orribile morte avea già eletta, come dì fu, ancor che l'angustia de la mente avesse el core del prudente cavaliere mortificato, pure con animositate grande con le figliole per mano se ne andò in camera del Sicolo Re, e gli disse: Signore mio, ti piazza di aldirme ed ascoltarme alquante parole per discacciare via lo affanno e fastidio el quale porìa avenir nelle menti umane. Io ho qui meco portato li frutti colti da li giardini de toi intimi creati per ultima ingratitudine e perpetuo restoro della mia debita e amorevole demonstratione che per onorar Te con loro insieme ho già fatto. E detto, interamente il fatto gli recontò; e a vedere le figliuole quivi amaramente piangere, da pietade e da interno dolor vinto anco lui fu costretto a fiero lacrimare. El prudentissimo e sapientissimo Signore Re che con dolore e rincrescimento grandissimo el cavaliere aveva ascoltato, fu de tanto furore e sdegno assalito che poco se tenne che in quello ponto non facesse li suoi pravissimi cavalieri vituperosamente morire, nondimeno temperatose alquanto, se riservò nell'arcano del suo petto la fiera punitione la quale a tanto aspro e strano caso se rechiedeva; e dopo che el povero cavaliero con le soe figliole insieme ebbe racconfortati, deliberò prima al perduto onore de coloro in parte provvedere, e il cenceputo sdegno alquanto mitigare. Perchè differito el suo partirse, de continente ordinò col Potestate che tutti notevoli uomini e donne de la città per una nova festa che de fare intendeva in casa de lo cavaliero se adunassero. I quali prestissimi devenuti, e in una gran sala condutti, el prudentissimo Re in mezzo delle