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parati e senza alcuno sparagno, per non lassare alcuna parte de l'onore e allegrezze a dimostrargli, sì come a sì gran principe si richiedeva, el dì sequente si fè convitare a casa soa la maggior parte de le donne de la città a fargli festa, con diverse qualità de instrumenti ed ogni maniera de balli; tra le quali più che altre leggiadre e oneste furono doe soe figliole vergini donzelle, e de tanta soperchia bellezza che fra lo resto teniano il principato. Per el che accadde che doi cavalieri aragonesi, de' primi amati e molto favoriti dell'excellente signore Re, se innamorarno ardentissimamente ognuno a una di dette belle damigelle, e in maniera che in sì brevissimo tempo se retrovorno fuori el pelago d’amore usciti che niun altro in contrario vento li averia a porto de quiete possuti ritornare; e anteposto il solo loro disordinata volere ad ogni onestissimo debito di ragione, per ultimo partito già preseno, prima che da quindi se departessero, se morte se ne dovesse recevere, ottenere la vittoria de tale impresa; e per el partire del Re loro signore eccellentissimo che el prossimo dì se appressava, proposene d’uno volere d’accordo la sequente notte tale loro iniquo e scelerato desiderio mandare a intero effetto. Ed avuta per strana e cauta via la pratica d'una fante de casa del cavaliero, la quale si domandava per nome Agnolina, la quale nella propria camera di dette donzelle dormia, e con molti doni e assai promesse, come di oltramontani è costume, corrottala, con lei ordinarono quanto per compimento al fatto bisognava; e come la camera e fenestre de dette donzelle fossero molto levate de la strata, nondimeno amore a memoria loro aveva